|
IL CHIOSTRO BAROCCO DI SAN CARLO ALLE QUATTRO FONTANE DI FRANCESCO BORROMINI (1635-44)(di Maria Cristina Giammetta)
Un artista del nostro tempo, Toti Scialoja, dice:€¯ in Borromini lo spazio
un grande alveare; inogni cellula si deposita un po di miele di tutte le
cose. Cosmicit ą ed essenzialit ą . Rapportoorganico con le sostanze segrete, le
linfe€¯
Cio appare particolarmente vero nell angusto spazio del chiostro di S.
Carlino, dove il maestro di Bissone (1599-1667) realizza felicemente, lievemente
asimmetrico, un quieto luogo dalle fascinose luci eombre, prospettivamente
modulate da una elegante architettura di eccellenzaorafa, un piccolo gioiello
vibrante, minutamente niellato come un merletto raro e delicato, presagio
dell intera genialeopera dell artista ticinese
Loriginale forma rettangolare dello spazio a disposizione viene plasmata da
Borromini inottagono (segno cosmico di equilibrio e simbolo di vita eterna)
creando armoniosi contrasti di spazi vuoti dovuti alle colonne binate e brevi
superfici convesse alternate alle piane e rettilineeottenendo una dinamica
ritmica inaspettata e inconsueta, eco di un musicale intervallo
Le agili colonne dai capitelliottagonali del piano superiore proseguono con il
loro segno leggero la forte traccia delle colonne doriche del portico
Le balaustre dei lati corti, dalla lieve ma coerente inflessione €“ perch di
richiamo alla sagoma convessa appena accennata dei pennacchi sottostanti €“
hanno le fuseruole triangolari alternate, con la base ingrossata in basso e poi
in alto, da cui viene catturata e filtrata mirabilmente la luce rendendo ancora
pił aerea e delicata la loggia
Al centro dell incantevole spazio, un pozzetto -anch esso di formaottagona€“
ha l aspetto di una piccola gemma incastonata in un monile prezioso dai
contorni dolcemente smussati e dagli evanescenti riflessi, forse un ricordo
della lacuale terra natale dell artista sublimato inopera d arte
E la ricerca della luce, anche nel senso di Luce ambita dall anima, alla
base di questo capolavoro dalle linee prodigiosamente perfette - nunzio
dell esplosione del talento borrominiano e allorigine della rivoluzione
stilisticaoperata dal pił grande architetto del barocco romano - concepito dal
maestro negli anni che vanno dal 1635 al 1644, come sua primaopera autonoma,
senza peraltro voler percepire per esso e per il progetto della annessa
chiesa di S. Carlino alcun compenso
Sono gli anni a Roma del processo a Galileo da parte dell Inquisizione e
questa piccola€¯ opera sembra raccogliere in s e suggerire
tutto il fervore sperimentale e innovativo del secolo
Borromini ne ebbe commissione dai Padri Trinitari Scalzi spagnoli, che vollero
la realizzazione di una chiesa e di una casa per il loroordine e che il giovane
architetto riusc ģ €“ nel pur esiguo spazio a disposizione (la chiesa di S.
Carlino ha la stessa superficie di uno dei piloni della cupola di S. Pietro) €“
a creare probabilmente nel momento pił felice e luminoso della sua non
facile vita
Come luminoso, limpido, essenziale e splendido appareoggi a chi voglia
visitarlo. Un recenteottimo restauro, che sarebbe probabilmente gradito al
grande maestro, ha restituito loriginale abbagliante bellezza ad un luogo
d irripetibile radiosa armonia, dove possiamo immaginare di sentire
pronunciare da Borromini stesso €“ grande poetaoltre che eccelso architetto
€“ le parole:€¯ la veraopera illuminata solo dalla luce del cuore e del
cielo. Non ha bisogno dioroo di altro preziosismo€¯. Proprio come qui,
dove la luce assume addirittura una propria funzione costruttiva nella nuova
concezione dello spazio plasmabile e dinamico
Tempietto
di San Pietro in Montorio
|